Copyright - 1999 - 2001 - © Fioravante BOSCO - Tutti i diritti riservati - Visualizzazione consigliata 800x600

RICHIESTE E MINACCE

Lettere minacciose e sgrammaticate. Con la penna i briganti non avevano affettuosa amicizia, piuttosto con piombo e polvere. Ma le lettere giungevano, dritte e arroventate, come pallottole: T'ardo la masseria! - Mando il paese a saco e fuoco! - Fragiorni brugerete. Le bande partigiane (come dovunque e in ogni tempo) vivevano sulle risorse del paese. Né chiedevano poi tanto: formaggio, pane e vino. E qualche ducato per la paga delle milizie. Il sergente Romano, ad esempio, pagava, non sempre con regolarità ma pagava,. cinquanta grani al giorno un suo uomo a cavallo, a piedi la metà. Né potevano, i capi, far mancare il soldo alle loro truppe. Di qui la necessità di impugnare la penna (tanto più pesante e difficile da maneggiare che il fucile) e rivolgere un cortese quanto fermo richiamo alla dura necessità di fornire l'occorrente ai combattenti della montagna. Che poi la lettera - esauriti i convenevoli dettati dalla cortesia epistolare - diventasse alfine apertamente minacciosa era anche questa una dura necessità imposta dalla guerra civile. A qualcuno non mancava tuttavia uno scrivanello (o una "segretaria" come a Fuoco, una graziosa e colta brigantessa soprannominata la "Padovella"), incaricato di mettere giù in buona forma le intimazioni alla consegna di viveri e moneta. Nella loro immediata semplicità queste lettere, concise ma eloquenti, meritano di essere ricordate. Giungevano, temute da lungo tempo, alle masserie in campagna, o alle case dei galantuomini in città. Le recavano di solito innocenti pastorelle o giovanetti dal viso implume (che tuttavia avevano lasciato il fuciletto al margine del bosco), la risposta di solito era affermativa. Un singolare epistolario che presupponeva. solo l'invio della richiesta. La risposta era sussurrata a voce (non sentissero liberali, piemontesi, guardie nazionali: la fucilazione era immediata anche per i favoreggiatori e manutengoli di briganti) ed era sempre, o quasi sempre, si. Altrimenti tutto sarebbe stato "brugiato": un argomento sul quale non sarebbe stata ammessa, dopo il rifiuto, discussione alcuna.

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

Richiesta di cartucce e pezze per pulire le armi

Al Sig. D. Pepino

Mandademi due cento pezze Sul momendo, e vine prego di mandarmilo subbito è mandademi pure dieci mazze di cartucie

io Michele Caruso

da "Il Brigantaggio nella Provincia di Benevento 1860-1880" di Luisa Sangiuolo, De Martino, Benevento, 1975

Signor Governatore siete un fesso e uno scellerato!

Al Signor Cavaliere Giulio Rolland Governatore della Basilicata

Signor Governatore, il primo di questo vi ho diretto un altro brevo, il quale non so se lo avete ricevuto e se lo avete ricevuto non mi avete risposto, siete un fesso, uno scellerato, un assassino piu' di me. Mangiasive fesso del Piemonte imparati a fare 'il magistrato altrimenti ti faccio insegnare io. E badate alle mie parole che poco vi resta da galeare... Mi soffermo.

Generale 'Carmine Crocco Donatelli

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

"Si togliono le bandiere di Savoi"

AL SINDACO DI BALSORANO

Signor Sindaco. Alla vista della suddetta si alzi la voce del vostro augusto, sovrano, e si togliono le bandiere di Savoi, e si alzano quelle di Francesco Borboni se non altrimenti il paese sarà dato saco e fuoco e pronte di trovare duemila razioni di pane e formaggio, pronti nella mia venuta in Balsorana. 30 giugno 1861

Il Tenente Generale in Capo CHIAVONE

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

Poche parole e fatti assai

Carissimo don Francesco, al momento mi dovete mandare la somma di Ducati due mila (2000), senza mancare un giorno i quali dovete ancora a mio padre e suo compagno Coppa. Dovete mandarli metà d'oro e metà d'argento e mandare anche due botti e vi raccomando di mandarli subito, seno vi mando all'elemosina. Senò vorrei morire disgraziato e lo giuro davanti a Dio. Infine, poche parole e fatti assai. Allora se conosce il nome del generale

Carmine Crocco Donatelli

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

Biglietto minaccioso del Brigante Cosimo Giordano diretto

al Capitano Amato della Guardia Nazionale di Pietraroia

Signor Capitano O voi mantati la guardia nazionale e i soldati dal paesi che per ora si sono partiti le baccino (mucche) o appresso poi vi distruggi tutto di nuovo vi prego di levare la forza dal paesi se no altrimenti la mia compagnia basta a ad ardere il paesi.

Io Cosmo Giordani

da "Il Brigantaggio nella Provincia di Benevento 1860-1880" di Luisa Sangiuolo, De Martino, Benevento, 1975

"Per favore mandate scudi trenta"

Al Sig. Giuseppe Tatangeli - Veroli.

Cari Giuseppo, fatemi il favore pel presente mi mandate a somma di scudi trenta che altramento nella nostra tragita nello Regno vi farò distruggere tutti quello che avete in Sora e per questo che vi prego di mandarmi la somma richiesta vi saluto. Il vostro amico - 27 aprile 1862

Luigi Chiavone

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

Se no io t'ardo la masseria

Carissima donna Innocenza e donna Chiara Perez. Che mi avete a darmi 200 piastre, tutte le spese della settimana. E me le avete far trovare, se no io t'ardo la masseria al ritorno. Non so altro che dirvi. Sono

Giuseppe Nicola La Veneziana

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

(Archivio della Corte d'Assise di Bari)

"Rispondeti subbito in altro caso bruggerete"

Signore all'istante, che giunge la presente, rispondeti subbito, immantinente alla domanda fattavi dai miei Franciscani; in altro caso bruggerete con il vostro sentimento il tutto dei vostri beni, ciocché no nsi è adibbito oggi per le preghiere e pianto dei vostri, di tutti quali non saranno intesi altra fiata. Tanti ossequi e mi dico

Franciscano Terribile

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

(Archivio della Corte d'Assise di Bari)

"Il tuo paese sarà brugiato"

A S.E. Il Signor - Signor Cantore corati nel comune di Consa.

Comanto militare - Per la Grazia di Dio Re nostro Francesco II Signore se volete la pace del vostro paese mantate costà leimplemo del ladro Vittorio emmanuele almomento Bantiera e dal tro Se poi siete sordi al mio parlare iltuo paese sarà brugiato fragiorni

il Tenente Colonnello - V. damati

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

(Battista C. "Reazione e brigantaggio in Basilicata nella primavera 1861", Potenza 1861)

Non tutti erano "guerriglieri"

Una corrispondenza sgrammaticata e feroce

Come in tutte le guerre civili non mancò, alla rivolta contadina, la partecipazione di elementi dediti ad autentica delinquenza, senza alcun sostegno o motivo di carattere sociale e rivendicazionista. Ecco, ad esempio, le lettere che un "sequestrato" di Terra di Lavoro fu costretto a inviare ai familiari e, insieme, i minacciosi attergati del capobanda.

Caro, fratello, Io sono gapato, (incappato) mano (in) delli Reggi se mi volete salva la mia vita mavite (mi dovete) mandare la somma di docati 20 mila virre (vedi) dì mandarmi lesto (presto) la somma e secretamente se no io sono morto il corriere si a da trovare presende ai Reggi 13 di novembre e vi preco li denari. Non mandate più di due persone e non sperite (spedite) forza se no io sono morto. E fatemi conoscere la vostra firma la somma che remete (rimettete). Vendete la mia porzione (di proprietà) e mandate subito il denaro.

NICANDRO VITALE

E l'attergato: Anno (devono) esse (essere) presentati (i 20 mila ducati) al Capo Massa.

GIACOMO CICCONE

Dopo pochi giorni ecco la ricevuta e nuove minacce, con il curioso particolare (quasi a garanzia dell'autenticità della missiva) che la firma è ,del sequestrato.

Oggi li 8 Novembre 1865 - biamo ricevuto la somma di ducati 14000. Caro D. Pietro si no mandate lesto la somma di denaro il vostro fratello vi manderemo la carne a pezzi questa volta vi manderemo l'avoreggia (l'orecchio) si anno trovare li corrieri cola somma di denaro il giorno 22 mese corrente il restante di 20 mila docati. E mandate subbeto il denaro che vostro fratello è perdonato.

NICANDRO VITALE

La famiglia del Vitale inviò, in gran fretta 600 ducati che evidentemente non furono ritenuti sufficienti. Il povero Nicandro fu costretto a un nuovo, patetico appello ai familiari. E il capobanda, Lisandro Pace, di sua mano aggiunse il consueto, minaccioso, attergato.

Oggi novembre 1865 - Caro mio fratello si me volete salva la mia vita mandare lo resto di vendimila docati se no la mia vita dura fino al giorno 11 novembre e ti prego presende li corrieri il giorno 17 mese corende a portare la somma di denaro. Noi avimmo ricevuto docati 600 lo fo conoscere io Lisandro Pace che sé no mandarete subbeto li denari il vostro fratello ri tagliamo la barba co no buono cortello il corpo lo facciamo mangiare alli cani e la testa lamanderemo abui (a voi).

da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975

("Episodi del brigantaggio reazionario in Terra di Lavoro" di Michele Borrelli, S. Maria Capua Vetere 1927).

CORRISPONDENZA

Fra il Brigante e il collega Arciprete

Il 1 luglio del 1880, si credeva che ormai il brigantaggio fosse stato debellato e che non esistesse più; ma anche se questo episodio è molto lontano dagli anni presi in considerazione per le nostre ricerche, lo riportiamo per la sua originalità, anche se all'epoca ne fu messa in dubbio l'autenticità. Il brigante Cosimo Giordano, scrive all'arciprete Don Luigi M... di Piedimonte:

Caro Arciprete. Immediatamente letta la presente spedirete per persona sicura sul monte Muri, alla casella dell'Arciprete Orsini di Cusano, docati 212, più quattro progiotti (prosciutti) e dieci paio di caciocavalli, altrimenti per la Madonna quanto mai vi crederete io verrò per dietro i seponi, passerò il muro ed oltrecché vi toglierò la testa per quanto mi fotterò le vostre nipote. Regolatevi. Cosimo Giordano brigante.

La risposta dell'Arciprete fu pronta e senza remore.

"Caro Cosimo! Collega mio bello bello! Ricevo la tua lettera per la posta perché mi fai andare in Carabozza, e poi, come farò, voi (cioé vuoi) 212 docati e io dove li prendo, io sono un misero arciprete che ci vivo colla S. Messa, e poi mi spasso anche io a fare lezione d'arravoglia quesumus ai miei nipoti e mi spasso a fare qualche furto... sempre però col santo timore di Dio. Tu stai allusato, non sono due settimane che ti mandai per mezzo del mio cocchiero Gaetano cento docati e ancora ne vuoi. Io sto in tale disperazione che qualche giorno mi prendo S. Marcellino, lo spoglio e me lo vendo. Mi dici pure che vuoi venire dalla parte del giardino a tagliarmi la testa. Ai fatto tutti gli affari tuoi; tagli pure sta capo de cazzo, e non sai che io tengo quattro nipoti che sono più briganti di te e di me. Devi sapere che questi miei nepoti tengono la patente di ladri civili, cosa che io e tu non teniamo. Basta, coi colleghi bisogna parlare franco ci, quando vuoi venire fammi avvisare. Accetta dieci paia di presotta che ti manderò martedì per Gaetano e ti abbraccio ritenendoti per mio chiù stretto collega. Il tuo collega Arciprete Luigi M……

da: "PRETI, CONTADINI E BRIGANTI" di Pietro Zerella - Edizione La Scarana, 2000, Benevento

Lettera di ricatto indirizzata al sindaco di Ari

[luglio 1862]

Signor Sindaco

Ti ricordo quanno piagnive quella notte, noi avonno compassione non t'accidemmo, e tutto a lu contrario e ci persieguito colli nazionali e cola truppa. Ma chesta storia a da finì quanno arriva lo rinforzo di Roma, e la Cavalleria da la puglia e li cannoni e li casce di fucili ma se vuò campà aja da mannà li denare milli Ducati, si no ti bruciamo vivo a te e li murto di fame piemontese, onne mannaci li danari a Orno per mezzo di Urbano Santone che tene la campagna a Moggio, e non parlà per Cristo e pe li Santi e così non avarrai paura, e piesaci e rifretaci che Francisco II non è muorto e sta pe venì coli Tudische, co li Spagnuoli e bavarese e ci mettemo la buona parola pi te, ma aja da sape che la robba e li denari se la pigliaje li paesane e lu fesso di Pistone colo generale Mecola, e nujo non avimmo niente e ti salviamo la vita e piesaci e statti sicreto. Li Piemontise non ponno stare sepre vicino a te. Mannaci li denari.

Compagnia Scenna

HOME PRINCIPALE